martedì 9 novembre 2010

Route du Rhum - le riflessioni di Davide Consorte sul suo abbandono


Sono le ore 16 di Sabato, 6 Novembre, sono arrivato a La Trinitè sur Mer alle ore 2 stanotte, di nuovo sulla terra ferma,un po' troppo presto rispetto ai miei piani. Adriatech è ben ormeggiata in porto, e, dal suo leggero rollio, noto che anche lei come me è delusa, dispiaciuta per aver deluso il suo skipper,cosa che non aveva mai fatto fino ad oggi. Mi ha sempre portato alla meta senza mai tentennare, nè lamentarsi.

Forse sono stato troppo esigente, ho chiesto troppo dalla mia barca, che ha navigato bene per ben 37,000 in poco più di 2 anni, senza avermi mai dato particolari problemi. E' così che poco prima della partenza, consapevole del fatto che la barca non fosse esattamente al passo delle altre di ultima generazione, ho deciso di scegliere l'opzione nord, in questo modo avrei avuto una possibilità in più di fare un buon risultato soprattutto dopo aver verificato le previsioni meteo appena prima della partenza. Sapevo benissimo però a cosa sarei andato incontro, arrivando al 50º parallelo di certo puoi scordarti le t-shirt e la crema solare e devi essere pronto a tutto, anche l'inimmaginabile. Io lo ero,ero pronto e curioso sotto un aspetto puramente tecnico di vedere come fosse lo scenario a quella latitudine; non ho però chiesto alla mia barca se anche lei fosse d'accordo e ho osato, ho rischiato il tutto e per tutto.

Dopo un paio di giorni di navigazione verso il tanto temuto nord, Adriatech aveva già timidamente iniziato a dare segnali : il GPS non dava più la posizione, il ballast di poppa/dritta perdeva acqua. Ho fatto finta di non vedere e ho continuato, ormai non potevo tornare indietro, una volta che scegli l'opzione non puoi fare dietro front. Adriatech sembrava volermi dire: "Guarda che qui mi faccio male, ho una certa età ormai! Trattami come tale! Con tutta la buona volontà, non so se stavolta ce la faccio!". E' così che nel pomeriggio del 3 novembre, mentre soffiava un maestoso, ruggente vento di 35 nodi con raffiche a 40, con un mare gonfio e minaccioso (non conoscevo lo scenario a quelle latitudini, vi posso dire che è uno spettacolo impressionante, affascinante,una conferma della forza invincibile della natura), cadendo giù da un'onda sento un grande botto: la randa scende giù e vedo la drizza che sventola penzoloni. Non vi nascondo che in quel momento mi sono passate tante di quelle idee per la mente in maniera disordinata che neanche le ricordo tutte. Dopo 2 minuti di totale smarrimento ho realizzato: E' FINITA.

La regata era per me finita, inutile dirvi che senza randa, non vai da nessuna parte ed eravamo appena al quarto giorno. E la sensazione, terribile, insopportabile, quando non sei pronto a tornare indietro,proprio non vuoi, vorresti restare lì tra quelle onde gigantesche, perchè ci credi, è questo ciò per cui hai lavorato,tanto sognato, ma devi decidere per la tua stessa vita. Cos'altro dirvi, non è mai stato più difficile per me il non poter continuare la regata ed il dover tornare indietro. E soprattutto dover scrivere all'organizzazione PenDuick "ABBANDONO", vocabolo a me sconosciuto! Ma purtroppo a fare la regata siamo in due, e bisogna rispettare anche le esigenze dell'altro, in questo caso della barca, che evidentemente non era in grado di sopportare tali sollecitazioni.

La cosa che ho voluto tenere alta in quella circostanza, che era una delle mie principali preoccupazioni, è stata la randa con il logo AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie); al ritorno verso Trinitè infatti, utilizzando la drizza dello spi grande ,facendola passare a poppavia dell'albero, ho tenuto ben issata la vela per portare con me fino alla fine di questa mia grandissima avventura tutte quelle persone che combattono ogni secondo per la vita, impresa la loro davvero encomiabile, E spero che queste stesse persone, come anche tutti i volontari,s oci AIL ( www.ail.it ) abbiano vissuto questa esperienza con me intensamente, con gioia.

Sappiano gli stessi che mi sentirò per tutta la vita onorato di aver potuto condividere questa mia grande avventura con tutti loro. Mi dispiace di essermi dovuto ritirare, soprattutto dopo la conferma che la mia scelta di andare a Nord avrebbe ripagato tutte le mie aspettative di fare un buon risultato; un solo altro giorno di sofferenza, dopodichè avrei potuto iniziare la discesa verso Sud... purtroppo stavolta doveva andare così.

Ringrazio tutti voi, davvero tutti ,dell'attenzione e dell'affetto che mi avete dato in queste ultime settimane, ultimi difficili giorni. Alla prossima avventura, ho già qualcosa in serbo per me, per voi...
Buon vento a tutti,
Davide Consorte da Trinitè sur Mer, Francia.

13 commenti:

cicciopettola ha detto...

si ma a me rimane un dubbio, anzi due, da profano intendo dire..
1) ma una drizza di rispetto per la randa a bordo non l'aveva? manco uno straccio di amantiglio?
2) con una fracca di class40 in regata si rompe solo a lui la drizza?

ho dubbi.. sinceramente.

cicciopettola ha detto...

e aggiungo anche un'altra cosa. ma se nemmeno St.Malo sta a 50° nord.. dov'è che ha navigato Consorte????? :-OO
(fermo restando che anche in Adriatico si naviga a nord del 40esimo, quindi non mi venga a dire che credeva di trascorrere la regata in maglietta e pantaloncini...)

moooooolto perplesso

Andrea Messersì ha detto...

ah ah ... ciccipettola in persona che onore !!

1)la drizza si è rotta dentro l'albero ed anche avendone una di rispetto sarebbe stato impossibile sostituirla in oceano; niente amantiglio sui class 40 almeno sul suo;
2) agli altri class 40 sono successi incidenti vari tra cui se non sbaglio anche a nannini o mura problemi con le drizze;
Davide stava bolinando a palla contro 35, 40 nodi e onda da 4 metri anche a me sembrava dal giorno prima che stesse tirando troppo la barca ....

io non ho alcun dubbio almeno sulla buona fede di Consorte ... comunque domani pomeriggio lo video intervisterò .....

stay tuned ....

cicciopettola ha detto...

ottimo Andrea!
allora chiedigli anche chi gliel'ha fatto fare di andare così a nord!
si è allontanato moltissimo dall'ortodromica e specialmente dalla parte sbagliata, solo lui ed un altro class40 ("White Swallow" di Dimitar Topalov) che infatti è ultimo...

nemmeno io dubito della sua buona fede, ma ritengo semmai che poteva evitare di cacciarsi in quei pasticci e poi a danno fatto decidere di proseguire lo stesso (di benedetto ha fatto capo horn con armo di fortuna, cribbiO!!!)

Andrea Messersì ha detto...

quando si è ritirato navigava a LAT 49° 22'

e non era solo poco sotto c'era anche Regis Guillemot a LAT 48° 39'
che adesso è 26°

Alex ha detto...

anche qui i soliti sapientini del dopo partita? ...
o spettatori in pantofole davanti ad un pc...
prima di aprire bocca e sentenziare, provate ad informarvi...

Andrea Messersì ha detto...

per Alex:
spero che le tue critiche siano rivolte a cicciopettola perchè io che sono l'amministratore del blog sono completamente dalla parte di Davide Consorte e anche se lascio la massima libertà di espressione nei commenti questo non significa che tolleri la mancanza di rispetto o peggio .....

cicciopettola ha detto...

è chiaro che le critiche sono rivolte a me Andrea, ho criticato ed a mia volta sono criticato, è normale quando si dice quello che si pensa..

peccato soltanto a non esser stato il solo a nutrire, oltre all'amarezza evidentemente, anche molta delusione della reazione avuta da parte di Consorte a queste sue disavventure.. ci si aspettava molto di più da lui, ed il vero marinaio è quello che reagisce attivamente di fronte alle difficoltà: il mio giudizio non è sull'uomo ovviamente, ma sui suoi comportamenti un un frangente difficile che -da casa, al pc in pantofole- proprio non sono stati compresi..

(poi anche io mi sono ritirato in regata, per il resto.. ma solo perché di vento ce ne era troppo poco per veleggiare.. tutto qui)

aspetto con ansia l'intervista!

Anonimo ha detto...

caro Ciccio... tu che citi Di Benedetto,sappi che lui racconta del Sig. Sugawara-san che, alcuni giorni prima della sua partenza per la transpacifica in catamarano in solitario, durante un party in suo onore disse: " Spero che Alessandro, qualora l'Oceano non vorrà farlo passare,abbia l' AUDACIA di tornare indietro"
salut Sabrina

Gianluca ha detto...

Credo che se oggi la barca che aveva scelto la stessa rotta di Davide fosse tra i primi ....lui sarebbe osannato e compreso per i gravi problemi tecnici che lo hanno investito. Con il senno di poi è molto facile fare un'analisi su quella che è stata la scelta di rotta più "pagante". Ma sarei veramente cusioso di vedere navigare qualcuno a lat 50° con la randa fuori uso ed il sistema GPS in panne.....salvo che non voglia essere un soggetto per il sequel del film "CAST AWAY"... Per Davide ci saranno altre occasioni.. Gianluca

Anonimo ha detto...

x Andrea
ovvio nn mi riferivo a te

cicciopettola ha solamente sollevato obiezioni senza tenere conto che lui non era al posto di Davide.
Non possiamo dire se D ha sbagliato o no, ma limitarci a recepire le sue esperienze e farle nostre per utilizzarle come bagaglio di conoscenza...cmq se lo chiedi a D senz'altro ti darà le sue motivazione che potranno essere condivise o no da te, ma mai giudicate..

Anonimo ha detto...

Ciao Cicciopettola,
tra una settimana (precisamente il 9 dicembre) vado a riprendere la barca a La Trinitè sur Mer per riportarla in Italia.
Cerco bravi marinai, se ti và di venire fammi sapere.
Ciao
Davide

cicciopettola ha detto...

mamma mia...ho scatenato un putiferio e guadagnato a sorpresa un inaspettato anche un invito a bordo! :-))
ringrazio il mio Omonimo (mi chiamo davide anche io..) dell'invito ma passo, mi piacerebbe molto questa esperienza ma purtroppo non posso assentarmi dal lavoro.. un grosso in bocca al lupo a Davide per questo trasferimento e per il futuro, tanta felicità e buon vento sempre.

(ho appena finito di vedere e sentire la bella video-intervista di Andrea e visti i nuovi progetti di Davide gli auguro tanta buona fortuna, magari su una barca con una drizza di rispetto in più! ;) )